Baldin (M5S): “Tagli agli ospedali nel PNRR, allarme della Corte dei Conti: Zaia quantifichi l'impatto in Veneto”

20 marzo 2024

 

(Arv) Venezia 20 mar. 2024 -     Meno un miliardo e 266 milioni di euro: il taglio dei fondi per le ristrutturazioni ospedaliere previsti dal Pnrr, è l'ennesima bomba a orologeria sulla sanità pubblica. Secondo la Corte dei Conti, il decreto del governo riduce sensibilmente le risorse assegnate alla Sanità e accentra i poteri di controllo a Palazzo Chigi. Oltre che i tagli, la beffa del centralismo, e proprio sulla spesa sanitaria che rappresenta l'80% dei bilanci regionali. Altro che autonomia. A lanciare l'allarme in queste ore non c'è soltanto la magistratura contabile, ma anche gli stessi presidenti di Regione, compresi quelli di destra, preoccupati per la riduzione da 1,2 miliardi del programma ‘Verso un ospedale sicuro e sostenibile’”. Così Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, che nella giornata di ieri ha depositato un'interrogazione rivolta alla Giunta regionale, in cui chiede a quanto ammonti la quota parte del definanziamento a carico del Veneto, quali progetti presentati siano interessati dal taglio e quali siano le azioni che la Regione intende effettuare a tutela della sistema sanitario per opporsi al taglio di 1,2 miliardi di fondi PNRR.

“Questo intervento da Roma pone le Regioni che hanno già programmato le risorse per l’edilizia ospedaliera, nell'ambito del programma PNRR ‘Verso un ospedale sicuro e sostenibile" in una situazione di oggettiva difficoltà. Alcuni interventi finanziati sono già cantieri in corso o hanno gare assegnate, quindi hanno prodotto obbligazioni giuridicamente vincolanti, e non sono sostituibili con i fondi dell’art. 20 della Legge 67/1988, che prevede risorse da destinare all’ammodernamento tecnologico ed edilizio del patrimonio sanitario pubblico. Inoltre, la rimodulazione del finanziamento già accordato potrebbe provocare il fermo dei cantieri stessi, con rilevanti ricadute giuridiche ed economiche a carico della Regione che ha sottoscritto gli affidamenti. In particolare, - osserva Baldin - sarebbero in pericolo le opere per migliorare la diagnostica e le cure pubbliche nelle zone a rischio sismico, con impoverimento della sanità di prossimità. Un tema che denuncio da sempre e che mai come ora diventa stringente, a causa delle scellerate politiche antisociali del centrodestra. É inaccettabile il venir meno di risorse proprio in tema di sicurezza antisismica, là dove erano state previste almeno fino all’esercizio 2026 - prosegue Baldin-. Nel 2022, la delibera della Giunta regionale n.1559 rivedeva il piano di finanziamento dell’edilizia sanitaria, utilizzando pro quota proprio questi stanziamenti del PNRR, destinati alle zone di montagna e pedemontane. Come si fa ora a dire che quei soldi non ci sono più? E proprio nei giorni in cui lo stesso presidente della Giunta regionale rivendica la necessità di ulteriori finanziamenti europei per il bacino di laminazione necessario alla sicurezza del fiume Retrone. Del resto c’è chi i 209 miliardi del PNRR li ha portati a casa, ovvero Giuseppe Conte e il suo secondo governo, e chi li taglia, cioè l’esecutivo nazionale a guida di Giorgia Meloni”, conclude la consigliera regionale.